Vorrei che ogni madre si sentisse dire Tuo figlio è guarito

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Vorrei che ogni madre si sentisse dire Tuo figlio è guarito

“Cari amici,

dal momento in cui Nazari è nato, siamo entrati in un tunnel buio: la sua malattia.  Barcollavamo nell’oscurità, senza trovare una via d’uscita, finché non siamo arrivati qui. A percorrere questo tunnel non eravamo più soli.

Conoscete bene la storia di mio figlio. Lui è nato con un problema ai reni. Il suo percorso è stato lungo, ha subito due operazioni difficili.  Ma ora è guarito e non potete immaginare la gioia che ho provato ascoltando le parole del medico. Mi auguro che ogni madre possa sentirsi dire: “Signora, tuo figlio è guarito”.

Dal 2011 ad oggi ho conosciuto tante persone. Ricordo ogni singolo volto che ha fatto parte di questa casa e non dimenticherò mai tutti i momenti trascorsi insieme.

Il primo giorno, appena arrivata in Italia, ho pianto tanto. Tutto era nuovo per me e il mio bambino. Ma le parole di Daniela mi hanno davvero segnato: “Ora stai piangendo, ma piangerai anche quando andrai via, perché hai trovato una famiglia”. Mai parole più vere di quelle.

Ricordo anche la prima volta che incontrai Paolo. Stava facendo dei lavori. Pensavo fosse un tecnico, ma poi a tavola capii che era il presidente. Sono abituata a pensare che un responsabile sia una figura distante …ma lui no. Lui era seduto accanto a noi, pronto ad una carezza, ad una parola di conforto. Vorrei spendere una parola anche per Antonietta, lei è la mamma di tutti, di tutto il mondo. È un punto di riferimento. Mi piace pensare che sia il nostro sole. Quando arriva lei, la casa ricomincia a vivere. Vorrei ringraziare ogni singolo componente dell’équipe e i volontari.  Siete un toccasana per me, come una medicina. La mattina attendo il vostro arrivo per iniziare la giornata con un sorriso. Quando ci siete voi so di non essere sola, proprio come in una grande famiglia.
Vi voglio bene, sarete per sempre nel mio cuore”.

Lettera di Iulia, ripartita da Roma pochi giorni fa.