_Mitu ha bisogno anche di te.

La storia di Mitu è affidata alle parole di sua madre

“Sono Mukta, vengo dal Bangladesh e sono qui con la mia bambina. Qualche anno fa eravamo a una festa tradizionale del nostro Paese, quando Mitu è passata davanti a una pentola di olio bollente che le si è rovesciata addosso, provocandole gravissime ustioni in tutto il corpo. Noi siamo poveri: mio marito ha venduto l’orto, la casa… tutto ciò che avevamo. Ma non siamo comunque riusciti a provvedere a tutte le cure di cui mia figlia aveva bisogno. In Bangladesh ho la mia famiglia di origine. Mio marito e il mio bambino più piccolo, che adesso ha quattro anni. L’ho lasciato quasi due anni fa per venire in Italia, e adesso, quando gli parlo al telefono, non mi riconosce. È molto doloroso per me. Spesso piango. Siamo qui da un anno e otto mesi” – aveva testimoniato Mukta, piangendo, alcuni mesi fa.

In questo lungo tempo Mitu è stata seguita dai medici dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e ha fatto molti progressi. Finalmente riesce a camminare meglio e lo scorso anno è stata iscritta a scuola, in prima elementare. È già stata sottoposta a diversi interventi e ha la pazienza di un elefante! Sopporta tutto in modo incredibile ed è sempre grata per l’aiuto che riceve. Durante l’ultimo ricovero, dopo un trapianto di tessuto, è stata costretta a rimanere diversi giorni senza quasi mai appoggiare la schiena. Passando ore e ore a colorare i suoi mandala. Uno di questi giorni, a chi – per ingannare il tempo – le ha chiesto cosa volesse fare da grande, ha risposto; la farfalla! Tutti in ospedale, medici, pazienti e infermieri, la conoscono.

Complice un intervallo fra i trattamenti, quest’estate, madre e figlia sono potute rientrare in Bangladesh per alcune settimane. Sono ritornate a Roma proprio in questi giorni. Lasciare di nuovo il resto della famiglia e il bambino più piccolo (che aveva finalmente incominciato a chiamarla “mamma”), è stato specialmente per Mukta un dolore grandissimo, ma le cure di Mitu devono andare avanti ancora, a lungo. Abbiamo ritrovato, nel loro sorriso dolce e mite, il solito coraggio e la forza di ricominciare ogni giorno. A noi, ora, la gioia e la responsabilità di accompagnare Mitu verso un futuro più luminoso, in questo percorso così duro. Tutta la famiglia si sta affidando a noi.